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Portis La memoria narrata di un paese - 2017
PORTIS La memoria narrata di un paese
Stefano Morandini e Donatella Cozzi
CIERRE Edizioni, Caselle di Sommacampagna (VR), 264 PP.
ISBN: 9788883149337
Il paese di Portis in comune di Venzone (Udine), colpito dal terremoto del 1976 e successivamente minacciato da una frana, a causa di questi eventi fu “apparentemente” abbandonato dai suoi abitanti. Grazie alla tenacia e alla caparbietà della popolazione, il “nuovo” Portis fu ricostruito poco più a nord in una zona sicura, ma il rapporto con il vecchio abitato non si è mai interrotto.
Oggi le case sventrate mostrano com’era il loro interno: piccoli orti e filari di viti svelano ancora le cure dell’uomo, porte socchiuse e finestre spalancate lasciano immaginare che prima o poi possa tornare chi vi abitava.
Lo straordinario interesse antropologico di Portis è legato alla conservazione dei segni della passata vita familiare e comunitaria, come testimoniano il cimitero con i fiori ancora freschi o la ricostruita chiesa di San Rocco. Caso unico a livello nazionale, il paese ha conosciuto lo “svuotamento” e la ricostruzione senza recidere il legame con il periodo pre-sismico, ma diventando luogo di quotidiane pratiche di “appaesamento”.
Il libro, con il documentario Portis deve rinascere qui di Stefano Morandini, è il risultato di un progetto di ricerca dell’Università degli Studi di Udine.
Alcune mie immagini nell'ambito della pubblicazione.
Stefano Morandini e Donatella Cozzi
CIERRE Edizioni, Caselle di Sommacampagna (VR), 264 PP.
ISBN: 9788883149337
Il paese di Portis in comune di Venzone (Udine), colpito dal terremoto del 1976 e successivamente minacciato da una frana, a causa di questi eventi fu “apparentemente” abbandonato dai suoi abitanti. Grazie alla tenacia e alla caparbietà della popolazione, il “nuovo” Portis fu ricostruito poco più a nord in una zona sicura, ma il rapporto con il vecchio abitato non si è mai interrotto.
Oggi le case sventrate mostrano com’era il loro interno: piccoli orti e filari di viti svelano ancora le cure dell’uomo, porte socchiuse e finestre spalancate lasciano immaginare che prima o poi possa tornare chi vi abitava.
Lo straordinario interesse antropologico di Portis è legato alla conservazione dei segni della passata vita familiare e comunitaria, come testimoniano il cimitero con i fiori ancora freschi o la ricostruita chiesa di San Rocco. Caso unico a livello nazionale, il paese ha conosciuto lo “svuotamento” e la ricostruzione senza recidere il legame con il periodo pre-sismico, ma diventando luogo di quotidiane pratiche di “appaesamento”.
Il libro, con il documentario Portis deve rinascere qui di Stefano Morandini, è il risultato di un progetto di ricerca dell’Università degli Studi di Udine.
Alcune mie immagini nell'ambito della pubblicazione.
